Comunicato stampa a firma degli studenti della piattaforma Unità D’azione Comunista formata dalle federazione livornse del Partito Comunista Italiano e dalla Federazione Comunista Ilio Dario Barontini
“Negli ultimi due anni la persistenza della pandemia ha messo a dura prova il mondo della scuola. Tra quarantene, didattica a distanza (DAD), didattica integrata digitale (DID), in una girandola di provvedimenti spesso mal congegnati e contrastanti, studenti, famiglie, insegnanti e personale amministrativo stanno vivendo una condizione di disagio forse senza precedenti.
Eppure i problemi che il settore scolastico si trova ad attraversare sono riconducibili a fattori in gioco già molto prima del Covid -19. In termini materiali, si va dalla disastrosa condizione dell’edilizia scolastica – con l’ottanta per cento degli edifici fuori delle norme di sicurezza – al cronico sovraffollamento delle classi (con punte di 30 e più alunni) e le scuole costrette a competere per l’assegnazione di aule. Gli interventi “riformatori “degli ultimi decenni, che portano i nomi di Moratti, Gelmini, Renzi, hanno lasciato la scuola italiana quasi priva di investimenti, relegando la spesa per l’istruzione appena al di sopra di paesi come Slovacchia, Romania, Bulgaria. L’obbligo scolastico continua ad essere tra i più bassi d’Europa.
Il quadro normativo introdotto da leggi come la renziana “Buona scuola”, ha portato ad impiantare nel settore dell’istruzione i desiderata aziendali di Confindustria. Torsione dei programmi scolastici alla formazione di “competenze”, introduzione di prove di valutazione didattica (INVALSI) con penalizzazione (in termini di finanziamenti) degli istituti che non raggiungano gli standard minimi (come se si potessero comparare i risultati di un liceo storico di Roma con quelli di uno della provincia di Crotone solo per fare un esempio), studenti e famiglie assimilati a clienti che le diverse scuole devono riuscire ad attirare (customer satisfaction), facendo crescere le iscrizioni. In ultimo, non certo per gravità, l’introduzione della cosiddetta alternanza scuola-lavoro (adesso PCTO), mediante la quale si è voluto, specie negli indirizzi tecnico-professionali, preparare (funzione pedagogica?) gli studenti a quella precarietà e sfruttamento che i giovani troveranno poi nel mondo del lavoro.
Proprio in questo ambito nei giorni scorsi si è assistito all’episodio più grave sino ad ora noto: la morte, in seguito ad incidente, di uno studente di 18 anni impegnato in questo genere di attività in una fabbrica del Friuli. Come se non bastasse, sabato scorso a Roma gruppi di studenti concentratisi davanti al Ministero dell’Istruzione per protestare contro l’accaduto e per l’abolizione del PCTO, sono stati violentemente caricati dalle forze dell’ordine.
Oggi in molte altre città, sono stati indetti presidi e manifestazioni per tenere viva l’attenzione di una opinione pubblica stordita dall’ emergenza sanitaria. A Livorno il collettivo “Scuola di Carta”ha promosso una iniziativa che si svolgerà nella mattinata. La Federazione provinciale del PCI e la federazione comunista Ilio Dario Barontini, come Azione d’unita Comunista aderiscono all’evento, riproponendo la propria presenza e disponibilità nei confronti delle giuste rivendicazioni degli studenti e del personale della scuola”