Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma Coordinamento donne Spi-Cgil provincia di Livorno
“Quest’anno la pandemia ci impedisce di celebrare la giornata dell’8 Marzo pubblicamente come abbiamo sempre fatto, per questo abbiamo pensato di fare alcune riflessioni riguardo a questa giornata.
Il Coordinamento donne dello Spi-Cgil provincia di Livorno – nel ricordare le tante, troppe donne vittime di violenza, fisica e verbale, fino ad arrivare a coloro che sono state uccise da chi diceva di amarle – vuole mettere all’attenzione alcune riflessioni.
Il Coordinamento chiede allo Stato maggiore attenzione a queste tragedie, maggiore protezione per la donna che denuncia la violenza subita e pene certe per chi maltratta e uccide: abbiamo troppe volte assistito a condanne secondo noi vergognose.
Non basta il divieto di avvicinamento alla persona denunciante, servono più strutture protette per la donna e i figli che chiedono aiuto.
Chiediamo inoltre che i consultori tornino ad essere attivi per ascolto e aiuto: questa era la finalità per cui erano nati.
Il Coordinamento denuncia anche la messa in discussione da parte di alcune forze politiche e socialidi leggi che le donne hanno conquistato con fatica e lotte, come l’aborto e il divorzio.
A proposito dell’aborto, negli ospedali pubblici la maggior parte dei medici si dichiarano obiettori di coscienza equesto è stato denunciato anche dalla Comunità europea che su questo tema ha fatto un richiamo al nostro Paese.
Qualunque sia la motivazione che porta la donna ad abortire è sempre e comunque una scelta dolorosa.
In molti casi l’aborto lascia traccia per sempre a livello emotivo nella donna.
In questi ultimi giorni nelle città ed anche nel nostro territorio sono stati affissi dei manifesti antiaboristi che vorrebbero limitare la libertà delle donne e mettere in discussione la legge 194.
Ribadiamo che la donna deve essere libera nelle proprie scelte di vita e deve avere maggior peso nellavoro e nella crescita professionale, cosa che oggi avviene in pochi casi”
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