Martedì scorso, 16 maggio, nei locali della Biblioteca Labronica “F.D. Guerrazzi”, Polo Culturale dei Bottini dell’Olio in piazza del Luogo Pio, è stata inaugurata la mostra fotografica dedicata al progetto “Il Porto delle donne. Le donne nel settore portuale e marittimo, perché no?”. progetto ideato e promosso dal Comune di Livorno in collaborazione con l’Università di Pisa, l’Associazione scientifica internazionale per la collaborazione fra porti e città RETE e il Cnr Iriss di Napoli che ha visto anche la partecipazione della Compagnia Portuali Livorno, Uniport, Alp, Tdt e Lorenzini & C.
La mostra, dedicata al lavoro portuale e marittimo svolto dalle donne nel porto di Livorno, sarà aperta fino al 31 maggio e visitabile negli orari di apertura della Biblioteca Labronica.
Le foto, scattate da Elena Cappanera, ritraggono le lavoratrici portuali in banchina e le marittime a bordo nave. Le immagini sono accompagnate da pannelli contenenti alcune frasi chiave estrapolate dalle interviste realizzate alle lavoratrici nell’ambito del progetto.
Assessore al porto Barbara Bonciani
“Ci auguriamo che questa mostra permetta ai nostri cittadini di conoscere meglio il lavoro svolto dalle donne in porto e a bordo nave e avvicini i giovani e le giovani a queste professioni.
Siamo convinti che la competitività dei porti, come quella del comparto marittimo passi dalla capacità di attrarre talenti, indipendentemente dal genere. In una città porto come Livorno in cui il porto e il suo indotto rappresentano l’industria più importante, in cui ci sono istituti scolastici, oltre che l’Università di Pisa dove si insegnano materie inerenti la navigazione, la logistica, la portualità per formare futuri lavoratori e lavoratrici, crediamo sia importante favorire una riflessione sulla presenza femminile in ambito portuale e marittimo. Le donne impiegate nelle imprese portuali in Italia, vale la pena ricordarlo, sono l’8% della forza lavoro complessiva, mentre nel lavoro marittimo, le donne imbarcate raggiungono, a livello mondiale, appena il 2% della forza lavoro complessiva.
Ci auguriamo che in futuro possa esserci un cambio di passo importante sull’occupazione femminile in questi comparti, nell’interesse delle nostre comunità: locale, territoriale e nazionale”
Foto:Simona Marzi