Finalmente The Whale è al Cinema, più specificatamente al Cinema Teatro 4 Mori di Via Pietro Tacca, 16 a Livorno ed è impossibile perderselo.
The Whale è al Cinema e voi dovete solo essere pronti a farvi inondare dalle lacrime. Si, perchè l’ultimo film di Darren Aronofsky tutto vuole tranne farvi stare sereni e tranquilli. La sensazione non è uguale agli altri film, anche se la claustrofobia di questa casa ci riporta un po’ alle 4 pareti di Mother! e a quel senso di inappetenza e di paralisi di Requiem for a dream.
Ma Darren in questo ultimo film è più vicino alla poetica dei perdenti e degli emarginati che ritroviamo anche in The Wrestler e a quel bisogno di far redimere un altro attore come Mickey Rourke che in questo caso trova in Brendan Fraser il protagonista di eccezione. Un altro redivivo, spezzato nel corpo e nello spirito, nel tentativo di riallacciare il rapporto con la figlia, prima della dipartita.
Charlie (Brendan Fraser) è un insegnante di letteratura inglese di 270 kg che si muove a stento nella sua piccola casa piena di libri, grazie a un deambulatore e alle cure della sua amica Liz (Hong Chau), sorella del suo compagno suicidatosi prematuratamente. Intorno a questa letteralmente pesante situazione, si muovono i personaggi secondari: Ellie (Sadie Sink), la figlia di Charlie, che lui ha abbandonato quando aveva 8 anni proprio per stare insieme al suo nuovo compagno; Thomas (Ty Simpkins), un giovane membro della chiesa New Life che tenta di convertirlo. L’incursione di questi personaggi e lo stato di salute di Charlie sempre più aggravato lo porteranno a riflettere sui traumi e i ricordi della sua vita.
Il film, presentato in concorso alla 79° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, è tratto da un’opera teatrale del drammaturgo statunitense Samuel D. Hunter e ha ricevuto tre nomination per il miglior attore protagonista a Brendan Fraser, miglior attrice non protagonista a Hong Chau e miglior trucco e acconciatura per il grande lavoro protesico sul corpo di Fraser.
Il formato claustrofobico in 4:3 utilizzato da Aronofsky sottolinea ancora di più lo sforzo continuo di Charlie e tutti i fardelli che è costretto a portarsi dietro: il peso, l’omosessualità, la vergogna di sè, la frattura familiare. Tutte cose che comunque non lo distolgono dalla continua fiducia nel prossimo e dalla convinzione che la parola scritta possa aiutare tutti a trovare una qualche forma di salvezza.
Il titolo The Whale non vuole solo richiamare la stazza di Charlie, Aronofsky è bravo in questo, a creare una serie di dettagli che richiamano non solo al grande mammifero, ma alla vastità dell’oceano, al sentirsi soli al centro di una casa, di un corpo dal quale è impossibile sfuggire.
Non sono infatti solo le tonalità del blu a farla da padrone, ma tutta una serie di suoni profondi come un abisso, grazie alla colonna sonora di Rob Simonsen, dalla sensazione di un varo di una nave ogni volta che Charlie tenta di alzarsi, fino al rumore della pioggia onnipresente che riporta a un mare in tempesta, la stessa in cui il Capitano Achab si trova incastrato durante la ricerca di Moby Dick.
Rispetto agli altri film del regista, The Whale non è un film complicato, è la descrizione di un vuoto, della ricerca di qualcosa a cui aggrapparsi con tutte le forze e per farlo è importante entrare in relazione con chi abbiamo intorno.
Si piange, è vero, ma se ne esce più ricchi di prima, grazie a un melodramma esasperato che tiene comunque conto dell’ironia della vita.
The Whale è al Cinema Teatro 4 Mori nei seguenti giorni
Lunedì 27 Febbraio ore 19
Martedì 28 Febbraio ore 16.30