La Toscana è la prima regione a coinvolgere i professionisti di medicina generale per questa fascia di età.
Si inizia da lunedì 15 febbraio
I rappresentanti dei medici di medicina generale hanno firmato il pre-accordo che li vedrà impegnati nelle vaccinazioni per il Covid-19: da subito per gli ultraottantenni e successivamente magari per i toscani più giovani ma a rischio o giudicati fragili per via di particolari patologie. La Toscana è la prima a farlo. L’intesa – per la Regione c’era l’assessore Bezzini – è stata sottoscritta al momento da Fimmg e Snami, rappresentati da Alessio Nastruzzi e Alessio Lambardi. Altre sigle potranno aggiungersi nei prossimi giorni.
I medici di famiglia vaccineranno i loro pazienti nei propri studi oppure in strutture idonee individuate e messe a disposizione dalle aziende sanitarie. Le vaccinazioni, non obbligatorie (e per cui serve pertanto un consenso) ma fortemente consigliate, saranno programmate durante la settimana e potranno essere svolte anche a domicilio, tenuto conto delle condizioni del paziente.
Gli over 80 si vaccinano al momento con Pfizer-BioNTech o Moderna. Si partirà da lunedì 15 febbraio, gradualmente per poter ben oleare tutti i meccanismi, e i medici potranno garantire capillarità sul territorio, conoscenza dei propri assistiti e rapporto personale: tre indiscutibili valori aggiunti. Il vaccino e tutto il materiale necessario, compresi i dispositivi di protezione individuale e i farmaci per contrastare eventuali reazioni allergiche importanti, saranno distribuite presso le farmacie convenzionate e da lì ai medici, che sui loro computer avranno un cruscotto con evidenziati tutti gli ultraottantenni tra i propri assistiti. L’agenda terrà conto delle dosi in quel momento disponibili. La prenotazione del richiamo, a 21 o 28 giorni a seconda del vaccino, sarà elaborata in automatico dal sistema. Per le prime tre settimane saranno garantiti almeno sei dosi ogni sette giorni per ciascun medico.
Presidente della Toscana Eugenio Giani e l’assessore alla salute Simone Bezzini
“Dobbiamo ringraziare tutti questi professionisti per la disponibilità, la responsabilità e la collaborazione. I nostri sforzi sono tutti protesi a dari vita alla migliore campagna vaccinale possibile e portare il vaccino il più vicino al cittadino. L’obiettivo finale è garantire la copertura vaccinale di tutta la popolazione toscana. E per questo si lavora in contemporanea su più fronti: quello, partito per primo, degli operatori sanitari e socio-sanitari e del personale e degli ospiti delle Rsa (per quest’ultimi la vaccinazione è quasi completa, anche con i richiami), quindi il personale delle scuole e delle università e le forze armate e di polizia tra 18 e 55 anni, come indicato dal Governo e le cui vaccinazioni, con AstraZeneca, sono partite oggi. Da lunedì, per l’appunto, sarà la volta degli ultraottantenni. Un anno fa, all’inizio del 2020 (dati Istat), erano complessivamente oltre 320 mila i residenti toscani ricompresi in questa fascia di età, l’8,68 per cento dell’intera popolazione. Un po’ più di diecimila vivevano in Rsa. La Toscana è la prima e finora unica regione in Italia ad aver scelto di vaccinare questi anziani con i medici di medicina generale: una scelta ambiziosa e un lavoro che ha richiesto settimane di confronto e messa a punto delle procedure. Un percorso non banale. Si inizierà gradualmente e la prossima settimana sarà una prova generale. Sul fronte delle vaccinazioni la Toscana sta procedendo speditamente e sarà un cammino progressivo per la poche dosi al momento disponibili e i tempi frazionati di consegna. Ma siamo fiduciosi. Si parte. E l’accordo non guarda solo al presente, ma anche al futuro della riorganizzazione del sistema sanitario territoriale. C’è pure questa ambizione. I medici di famiglia, si ricorda nel preambolo del pre-accordo, hanno consentito durante la recente campagna di vaccinazione antinfluenzale di realizzare una copertura mai raggiunta. Un successo su cui riflettere e di cui far tesoro. Il prossimo accordo integrativo regionale non sia solo un pezzo di una trattativa sindacale ma anche il punto di inizio e un passo in avanti verso una riorganizzazione e una nuova idea della sanità territoriale della nostra regione. Investendo ad esempio su strumentazione diagnostica di primo livello da mettere a disposizione dei medici, per fare degli ambulatori, in sinergia con gli altri attori del servizio socio-sanitario, veri presidi di prossimità nell’assistere una popolazione sempre più anziana e con più patologie. Un tema, anche questo, che l’emergenza sanitario ha posto in evidenza”
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