Duro documento del direttivo di Buongiorno Livorno: “Giù le mani dalla città”
È recente la firma di Giani per la cessione di una parte del parco del Parterre alla Asl, per far sì che questa possa indire a breve un concorso di progettazione per il nuovo Presidio ospedaliero.Tutto ciò avviene prima che il Consiglio Comunale si sia confrontato o espresso nelle commissioni sulla variante urbanistica. In sostanza prima si progetta e poi si fa la variante, perciò, come ha affermato la ex assessora regionale all’urbanistica Marson per il caso di Costa San Giorgio a Firenze, diventa prioritario applicare la legge regionale n. 65/2014 sulla partecipazione, che non è un puro atto formale, nel caso delle varianti anche semplificate.Su questo punto siamo intervenuti in Consiglio con un’interpellanza specifica e il Comitato per la salvaguardia del Parco Pertini (Parterre) e dell’Ospedale storico aveva già depositato le proprie istanze per l’applicazione della legge 65/2014 a livello locale e regionale. Dal punto di vista dell’attrezzatura da un confronto tra l’attuale e il nuovo emerge una riduzione degli spazi di uso pubblico, con la perdita di aree verdi esistenti per oltre 70mila mq (48mila dell’ospedale attuale e circa 25mila del Parterre).Comitati e associazioni avevano lanciato l’allarme ad inizio anno per la perdita di superfici permeabili e per il consumo di suolo, oltre all’incognita sul recupero dei capannoni ed edifici ex Pirelli, che insieme alla pista creano un filtro tra parco e aree edificate circostanti, filtro che andrà a scomparire, generando un’interferenza diretta tra parco e nuova struttura.Anche la viabilità interna di circa 11mila mq viene meno, mentre nel nuovo Presidio la viabilità interna è quasi nulla e tutto si attesta su quella esistente, in particolare su via della Meridiana, che sarà prolungata fino a via Gramsci. Risulta molto importante conoscere da vicino le indicazioni e prescrizioni della Soprintendenza, che sarebbe utile ascoltare direttamente tramite un’audizione specifica nella commissione apposita.Per quanto riguarda gli spazi ospedalieri veri e propri si passerà di una cubatura esistente di 500milamc ad una nuova cubatura di 285mila mc, con un carico urbanistico nell’area ulteriore, in un settore urbano di pregio come è la via degli Acquedotti con le opere del Poccianti che necessita di una riqualificazione paesaggistica.A livello urbanistico si perderà completamente il concetto di Città nella città che era ben espresso dal nostro ospedale e che a nostro parere rappresenta un valore da preservare e valorizzare come è stato fatto ad esempio nel caso dell’Ospedale Niguarda di Milano, struttura più grande ma molto simile ai nostri Spedali Riuniti, in cui si è investito per riqualificare in modo organico sia gli spazi connettivi che i singoli Padiglioni. Appare interessante confrontare tali progetti con il costo di costruzione del nuovo, per valutare realmente se è vero che riqualificare i singoli padiglioni non è più conveniente come si afferma spesso, ma con pochi dati alla mano. Sempre al Niguarda di Milano è stato riqualificato un intero Padiglione di 5 piani, monumentale e vincolato dalla Soprintendenza, a livello impiantistico, con un costo di circa 27 milioni di euro per un totale di quasi 17.000 mq di spazi messi a norma. Si tratta di un dato utile con cui si può confrontare la reale convenienza, visto che sul piano dei reparti non emergono dalla relazione sanitaria e dal progetto significativi miglioramenti tra ciò che abbiamo oggi e ciò che è stimato dal progetto di prefattibilità Moma-Rossi-Prodi per il nuovo edificio. In effetti da un confronto tra posti letto -passano da 430 a 465- e reparti emerge che solo alcuni reparti saranno incentivati rispetto ai posti letto (medicina urgenza, psichiatria, malattie infettive e terapia intensiva, Utic), altri addirittura perderebbero posti letto – Chirurgia generale perde 5 posti letto, Urologia 2 posti letto, Otorino perde 2 posti letto, nido perde 2 culle, oculistica perde 4 posti letto- o restano uguali -chirurgia vascolare, nefrologia, pediatria, neonatologia, dermatologia, senologia. La riabilitazione manca nel nuovo Ospedale, è indicato solo un piccolo spazio al piano terra, mentre sappiamo che a livello di Asl nord ovest non vi è alcuna struttura nella provincia di Livorno, ve ne sono a Fornacette, a Pisa, nel Versilia, a Volterra e in zona Apuane e Lunigiana, ma niente a Livorno. Su questo appare necessario chiedere ai vertici Asl regionali come mai non sia stato previsto alcun che per la nostra città. Ci sembra fondamentale, prima di partire con i concorsi di progettazione, avere risposte sulla qualità della cura e dell’assistenza sanitaria complessiva a cui un ospedale dovrebbe rispondere in termini di miglioramento e in sinergia con le altre strutture pubbliche di assistenza presenti sul territorio, case della salute, assistenza agli anziani, etc. Se guardiamo i dati Ars Toscana sullo stato di salute del nostro comune, Livorno è 164esima su 273 comuni, come indice di salute. E’ agli ultimi posti per mortalità sia generale che per tumori, 206esima su 273. Riguardo all’assistenza diretta domiciliare agli anziani ad esempio ha un dato sconfortante, 0,22 contro l’11% nel 2020, anche in epoca pre-covid era molto bassa. Comunque in generale molti i valori sotto lo standard sia rispetto alla Asl che alla regione. Restano sul tavolo, a nostro parere, una serie di domande cruciali sull’idea di sanità e servizi a cui non si è dato risposte, si è parlato molto di iter amministrativo, di studi preliminari, accordi e passaggi di beni e terreni, di progettazioni e dismissioni di funzioni e beni, di perizie sul patrimonio pubblico, molto meno sul livello qualitativo dell’assistenza sanitaria, quanti e quali reparti, in quali casi dovremo andare in altri ospedali della regione, quanti posti letto, quante sale chirurgiche e di rianimazione, quanto personale infermieristico e medico.Sono domande a cui i vertici politici e amministrativi di Regione e Asl nord ovest sono, a nostro avviso, chiamati a rispondere, soprattutto in un periodo di emergenza sanitaria e in relazione a come intendono qualificare la sanità livornese, alla luce dei mancati investimenti per le strutture e per il personale sanitario.