di Giorgio Billeri
PIELLE: Sinagra, Cepic 11, Campori 2, Venucci 7, Klyuchnyk 5, Vedovato 5, Hazners 8, Lucarelli 11, Bonacini 2, Del Testa 3, Leonzio 4.
RUVO: Reale 3, Gatto 2, Jackson 22, Jerkovic 5, Moreno 15, Timperi 8, Lorenzetti 10, Borra 2, Conte, Musso 10.
Se questo era l’esame-playoff, lo studente Pielle esce a testa bassa dall’aula: bocciatissimo. Dopo Roma, Ruvo: la dirette concorrenti per il secondo posto, il campo lo ha detto chiaramente, al momento sono superiori alla Toscana legno. La Grifo Wine impartisce una lezione di basket alla squadra di Campanella giocando una partita perfetta: dall’altra parte, una Pielle preda ancora una volta dei suoi fantasmi, delle sue debolezze strutturali. Finisce 58-77, meno diciannove, con tanti dubbi e la contestazione finale, amarissima, a coach Campanella, invitato dalla gente biancazzurra a togliere il disturbo. D’altra parte, quando si tira con 22/62 dal campo, e si provano 29 tiri dalla lunga distanza con soli sei centri, vincere è come scalare il Mortirolo all’incontrario. Onore a Ruvo, 14 triple, dominio totale a rimbalzo, mai in affanno, con Jackson e Moreno imprendibili.
Era un incrocio playoff, davanti a un Palamacchia che trasuda passione. Pielle e Ruvo, nel recupero, avevano l’occasione di agguantare Gema al secondo posto della classifica, un attico con vista playoff. Squadra costruita per puntare al bersaglio grosso, quella pugliese: Jackson, Borra, Muso, Reale, Moreno non sono certo più ragazzini, ma vecchi bucanieri rotti a tutte le esperienze. Squadra compatta, esperta, maliziosa che ha sempre fatto soffrire la Pielle, che per la prima volta però, e sembra un miracolo, si presenta a ranghi completi, quasi troppa grazia per coach Campanella che finalmente può inserire nelle rotazioni anche Jacopo Lucarelli e Simone Sinagra.
È la luna nera della Pielle. Una di quelle sere in cui il canestro è una moneta da dieci centesimi: ferro, ferro, ancora ferro. L’attacco è quello visto troppe volte, forzature, circolazione difficile. Klyuchnyck isolato non incide in post basso,B onacini cerca complicate fortune in penetrazione. Ruvo, è vero, difende bene, sporco, fisico. Fisicamente sfrutta il maggiore tonnellaggio e domina le vie aeree. I ragazzi di Campanella non hanno molte alternative, tiri da tre allo scadere, fuori equilibrio. I pugliesi trovano la strada in discesa: dominano a rimbalzo, corrono, Berra colpisce da sotto e trova Musso, Timperi e Jackson sugli scarichi. Dura, durissima, anche perché Leonzio viene inseguito dovunque, triplicato:solo due per il bomber all’intervallo, alla fine saranno quattro punti, minimo storico. 8/32 dal campo, 2/15 da tre e cinque rimbalzi in meno: poteva anche andare peggio.
Ruvo è baciata dalla musa del canestro, sembra una squadra slava degli anni 70. Moreno e Jackson imperversano da tre, Campanella si affida a Lucarelli che con 5 punti in fila accende il Palamacchia. È un fuoco di paglia: Ruvo affonda il coltello in ogni errore difensivo della Pielle, l’ultimo quarto vede la Grifo Wine avanti di dieci: 42-52. Ci vorrebbe un miracolo, che non arriva. Gli ospiti dominano, passeggiano, sbancano il Palamacchia con tanto di vantaggio nella differenza canestri. Una bocciatura sonora, per la Pielle: dopo sette mesi, la farfalla non è ancora uscita dal bozzolo. E alla fine, la durissima contestazione all’allenatore. Responsabile, certo, ma non l’unico.
Foto: archivi Pielle