4,5 Bonacini. Il lettino dello psicanalista, e in fretta. Come si può trasformarsi da imprendibile condottiero a comparsa spaurita, confusionaria, imprecisa? Difficile dirlo: forse la stanchezza, un vertiginoso calo atletico, o magari la voglia spasmodica di dare una sterzata che ti porta a forzare, a rischiare oltremisura, a perdere palloni banali. Senza il timoniere, la barca piellina è finita sugli scogli. Quarto fallo e poi tecnico, lo specchio di una crisi evidente. Ma il reggiano è un califfo per questa categoria, troverà dentro di sé quella mano che ti porta fuori dal tunnel. Tre punti, 1/5 al tiro.
6 Donzelli. Si salva, uno dei pochissimi a risalire sul pullman con la coscienza pulita. Non che faccia cose trascendentali, ma rimbalzo è presente e mette tre triple dalla sua mattonella. In difesa, però, anche lui è vittima delle ondate jesine, con i lunghi liberati da pick and roll elementari ma chirurgici. Col fisico che madre natura gli ha regalato dovrebbe dominare, ma la squadra non sa più metterlo in condizioni di fare la differenza. 7 rimbalzi.
5,5 Leonzio. La Grande Illusione del primo quarto porta la sua griffe: è un realizzatore primordiale, istintivo, e Jesi lo perde qualche volta di troppo. Ma poi da farfalla torna crisalide, e non esce più dal bozzolo: certo, tirare sempre allo scadere dei 24 secondi è impresa ingrata, se non ti chiami Doncic è dura. Chiude con 14, ma 4/9 dal campo e cinque perse.
6 Cepic. Era una partita da tuta blu e da mani sporche di grasso: Janko, lavoratore del canestro, lo ha capito meglio di tanti altri. Non lascia ricordi abbaglianti, ma tracce quantomeno dignitose, con cinque punti in striscia all’inizio del terzo quarto.
5,5 Campori. Ci mette cuore, testa, gambe ma non è lui l’asso che Campanella può calare sul tappeto verde per cambiare lo stato delle cose. Cerca di sbattersi in difesa ma sbaglia anche due triple aperte che potevano frenare l’emorragia.
6 Hazners. Il ragazzo, si sa, nelle mani ha un Winchester: quando la squadra costruisce una tripla aperta, il lituano la recapita nel cotone. A livello numerico salva la pelle (3/7 dalla lunga), ma manca l’intensità difensiva e spesso vuole salvare la baracca da solo: non è serata.
5,5 Vedovato. Berra è un cliente da prendere con le molle, è grosso e malizioso. Il padovano alterna buone cose, anche in difesa, ad errori abbastanza grossolani in attacco, dove il suo movimento spalle a canestro con gancetto è ancora da sgrezzare. Solo due rimbalzi.
5 Venucci. Non arriva la scossa dal mancino di San Vincenzo, ingabbiato dalla difesa di Ghizzinardi e respinto come una falena imprigionata nel bicchiere. Poche luci, molte ombre: ma non gli si può chiedere sempre 30 punti per emendare le mancanze dei compagni.
5 Paesano. Un altro in evidente regressione. Fino a qualche settimana fa il suo jump da quattro metri era una polizza sulla vita: adesso non entra davvero mai. E Campanella lo lascia intristire in panca.
5 Del Testa. Una comparsata, con una tripla che muore sul ferro.