di Giorgio Billeri
S. ANTIMO: Berra 4, Lenti 4, Jurcek 10, Lucas 7, Spizzichini 11, Ruggiero 12, Mehmdovic 4, Rota 6, Spinelli, Vita.
PIELLE: Venucci 8, Donzelli 1, Vedovato 8, Hazners 12, Paesano 2, Bonacini 10, Cepic, Campori 2, Del Testa 9, Leonzio 9.
La corazzata Pielle si arena nella piccola, infida palude di Sant’Antimo, Qui, nella palestrina ai confini del basket, scatta una trappola che la Toscana Legno, forse, non si aspettava. Una tonnara di mani, gomiti, contatti più o meno al limite, difesa allo stremo: la Campanella-band perde le misure, la testa, la sua pallacanestro. Ed è una sconfitta che fa malissimo, maturata in un finale assurdo, dove il canestro diventa chimera, una moneta sempre più piccola: Vedovato la rimette in piedi a 31 secondi dalla fine con un gancione avventuroso (52-52), ma l’ineluttabile è nel tiro da tre punti di Jurczek, che gela Livorno a pochi secondi dallo stop. Bonacini fa meno uno, poi il fallo sistematico, l’errore di Berra, l’errore finale di Bonacini che poteva regalare il miracolo a fil di sirena. Ma non va. Finisce 58-54 per i campani.
Fa male, fa malissimo. Perchè enorme è la differenza tecnica, la profondità tra i roster. Eppure il basket è anche cuore, voglia, garra: Sant’Antimo l’ha avuta per quaranta minuti e la Pielle, indubbiamente stanca, reduce da una partita a Ravenna tra giorni prima, ha giocato con un pizzico di sufficienza, convinta che prima o poi l’avrebbe risolta, come tante altre volte. Scommessa sbagliata: amarissima è la notte campana per la Pielle, che adesso deve leccarsi le ferite, resettare. D’altra parte la matematica non è un’opinione: quando tiri 23/56, con 1/14 da tre, la professorssa ti boccia. Succede.
La palestrina è piccola, opprimente: questa è la profonda provincia del basket. Poca gente, spiccano i 30 eroi che si sono sciroppati, in mezzo alla settimana, mille chilometri e passa per seguire le ragioni del cuore. Qui è pane duro: Sant’Antimo non è profonda, non è particolarmente talentuosa, esprime un basket scolastico fatto di pick and roll, scarichi e tiri dalla distanza. Il problema è che la piccola squadra campana è pervasa dallo spirito slavo, secondo il quale quando alzi la mano la palla va a baciare la retina. Cinque triple su sei all’intervallo lungo tengono la partita in vita e sono un atto di accusa verso la difesa piellina, che tiene duro sotto canestro, limitando Giovannone Lenti, ma lascia a Berra e Ruggiero praterie per armare le loro carabine, mentre Spizzichini vive sprazzi da Larry Bird e colpisce. Dalla parte della Toscana Legno si va a sprazzi, a fiammate: due schiaccioni siderali di Vedovato, sette punti in striscia spremuti dal talento animale di Leonzio, i soliti jump di Bonacini, un canestro di indicibile difficoltà di Hazners ma anche tante palle perse, tante letture sbagliate, tanti errori: il 12/27 dal campo spiega molto,così come i 18 rimbalzi contro 11 per i padroni di casa. Il 31-30 con cui le squadre vanno a prendere qualcosa di caldo e la perfetta partita doppia tra dare e avere, tra meriti e demeriti, tra gioielli e omissioni.
Ma chi pensa a un allungo della Pielle nella ripresa si illude. Non è una partita di basket, è una palude infestata dai coccodrilli. Ogni possesso un tormento, fare canestro è un’impresa in quelle foreste di braccia. Intensità clamorosa, spettacolo pochissimo. La Pielle stenta a fare canestro, non trova niente dai lunghi, spreme solo pillole di talento dagli esterni, Venucci e Hazners su tutti. S. Antimo ci mette l’anima, si mangia qualche attacco e qualche libero di troppo. Gli ultimi 10’ iniziano sul 42-40, punteggio da minibasket si sarebbe detto un tempo. Poi quel finale, amaro come il fiele. E il conto, stavolta, lo paga Campanella.
LE PAGELLE
5,5 Bonacini. Non per la tripla sbagliata, che pure avrebbe fatto scattare la festa. Ma per un atteggiamento complessivo non da Comandante, ma da giocatore stanco, confuso. Qualche palla persa non da lui e 10 punti che stavolta non accendono il fuoco.
5 Donzelli. Si sbatte in difesa, certo. Ma un punto con 0/5 al tiro e cinque rimbalzi in una prestazione convulsa, senza mai una scelta che convinca.
6 Hazners. Parte con le polveri bagnate, poi trova punti, giocate pesanti. Ma anche una palla persa che grida vendetta. Il killer del Baltico farà molto comodo, ma anche lui, qui in Campania, non ha incantato. 4/8 dal campo.
5 Vedovato. Due schiaccioni e il canestro del 52 pari, ma anche tanti errori e un match pari con un Lenti francamente minore. Macchinoso, troppo, nei movimenti.
5,5 Leonzio. Una striscia di sette punti da killer non basta. Nel finale butta nel cestino una palla sanguinosa, non è ancora il terminale che conoscevamo.
6 Campori. Bello sprazzo nel primo tempo. Nel clima da tonnata si trova bene, ma alla fine incide poco anche lui.
5 Del Testa. Cosa sta succedendo? Il canestro lo respinge come un vecchio amante deluso: 1/3 e poche cose da ricordare.
5 Cepic. Stavolta scena muta.
5 Paesano. Confuso e preso di mira dagli arbitri, perde la lucidità.
6 Venucci. 4/8 dal campo, ma trova qualche conclusione funambolica e lotta fino alla fine
Foto: Simona Marzi