Il giornalista Massimo Canino in barca a vela ha fatto tappa a Livorno
Ha fatto tappa a Livorno, dove ha attraccato all’Andana degli Anelli il 26 giugno, la barca a vela Mary Bird VII con la quale il giornalista Massimo Canino toccherà tra giugno e settembre 18 porti toscani per farne conoscere le bellezze naturali, la storia e le storie e sensibilizzare l’opinione pubblica verso i temi legati all’ambiente e al rispetto del mare.
Si tratta di un affascinante progetto, “Lungo la Toscana e il suo arcipelago”, che vede coinvolta la Regione Toscana (assessorati all’Ambiente, alle infrastrutture e al Turismo) e, per la tappa livornese, l’Amministrazione comunale, oltre a numerosi sponsor.
Un viaggio che Canino compie con al suo fianco lo skipper Leonardo Consortin, e che ha come suo fine ultimo quello di raccogliere storie di vita di “gente straordinariamente normale” per farne un libro, che ha già un titolo, Frontemare, e l’introduzione del presidente della Regione Eugenio Giani.
Parte del ricavato della vendita del volume verrà devoluta all’ospedale Meyer di Firenze.
La storia straordinaria scovata da Massimo Canino a Livorno è quella di Claudio Rigolo, un livornese che dalla fine degli anni Ottanta vive su una sedia a rotelle a causa di un incidente, ma che ben lontano dal perdersi d’animo si è dedicato prima personalmente al tennis su carrozzina, poi ha cominciato a insegnarlo e ad organizzare tornei, locali e quindi nazionali e internazionali.
Dal tennis è diventato presidente e anima dell’associazione Sport Insieme Livorno, che promuove attività sportiva davvero per tutti, compresi la vela e la pesca d’altura. Grazie all’impegno di Claudio Rigolo, Sil porta a fare il bagno in mezzo al mare persone disabili da tutta la Toscana, che dopo malattie o incidenti pensavano di non poter mai più nuotare in vita loro.
“Una storia che mi ha entusiasmato e commosso – commenta Massimo Canino – per la grande forza che dimostra Claudio e per l’entusiasmo che trasmette a tutti quelli che gli stanno intorno”.
Livorno dunque può fregiarsi di essere fra le 18 “perle” di questo itinerario che come ha dichiarato il presidente della Regione Giani alla presentazione a Palazzo Sacrati ha “delle potenzialità attrattive enormi da un punto di vista turistico. Pensate per esempio a Pianosa, con scorci da ‘Caraibi della Toscana’, ma potrei citare ad una ad una le nostre isole. Questo progetto invita alla consapevolezza del mare come elemento identitario della Toscana. E’ perciò importante saper coniugare la fruizione e gli investimenti con l’attenzione massima all’ambiente”.
Il viaggio di Massimo Canino ha avuto come luogo di partenza e di arrivo il Porto della Maremma e prevede la sosta in ciascuno dei 18 porti per alcuni giorni, al fine di promuovere i temi dell’iniziativa attraverso la convocazione di conferenze stampa, incontri con i diportisti, con i residenti, e i giovani aspiranti velisti. Il programma prevede anche la realizzazione di materiale multimediale e social e la distribuzione di materiale informativo/educativo riguardante l’ecologia, l’ambiente e l’economia sostenibile.
“Il mare e il giornalismo da sempre per me due grandi passioni – ha detto Massimo Canino alla presentazione a Firenze – Desidero che attraverso la realizzazione di questo progetto, possano finalmente convivere, ma non solo, divengano addirittura complementari e sinergiche tra di loro.
Un ringraziamento particolare va alla Regione Toscana per avermi concesso il patrocinio .
I porti visitati oltre a Livorno:
Marina di Grosseto
Marina di Cecina
Marina di Carrara
Porto di Viareggio
Porto di Marina di Pisa
Porto dell’Isola di Capraia
Marciana Marina (Isola d’Elba)
Portoferraio (Isola d’Elba)
Rio Marina (Isola d’Elba)
Porto Azzurro (Isola d’Elba)
Marina di Campo (Isola d’Elba)
Marina di Salivoli (Piombino)
Marina Arcipelago Toscano (MAT – Pontedoro).
Marina di Punta Ala
Porto di Talamone
Porto Santo Stefano
Porto dell’Isola del Giglio
Marina di Cala Galera
Alla conferenza stampa del progetto a Livorno, oltre a Massimo Canino e a Claudio Rigolo, il sindaco Luca Salvetti, l’assessora al Porto Barbara Bonciani,l’Ammiraglio dell’Accademia Navale Lorenzano Di Renzo, il Comandante in Seconda Andrea Santini (C.V.) Capitaneria di Porto Guardia Costiera, per ARPAt Francesca Chiostri, per l’Autorità Portuale Alessandra Potenti e Francesca Morucci.
Il sindaco Luca Salvetti ha elogiato l’iniziativa e la decisione di attraccare a Livorno. “Mi piace particolarmente questa voglia di fare qualcosa per gli altri, per il Meyer ma anche per far conoscere la storia di Claudio Rigolo, la sua seconda vita, che nella drammaticità ha degli spunti di assoluta bellezza”.
CLAUDIO RIGOLO, CURRICULUM E STORIA
Claudio Ennio Rigolo
Nato a Sydney (AU) il 25/08/1958
Esperienze professionali
-giocatore di tennis in carrozzina dal 1990;
-partecipazione alle paralimpiadi di Atlanta 96 e Sidney 2000 come giocatore della Nazionale
italiana di Tennis;
-partecipazione alle paralimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008 come tecnico della Nazionale
italiana di Tennis;
-partecipazione a vari campionati del mondo con la Nazionale Italiana di tennis in qualità di giocatore e/o tecnico nazionale;
-vari titoli di campione italiano di tennis in singolare e doppio.
Corsi e qualifiche
-diploma di scuola media superiore;
-qualifica di Istruttore, maestro, coach internazionale UISP;
-specializzazione per il tennis in carrozzina;
-tecnico Nazionale CIP (Comitato Italiano Paralimpico)
-responsabile del Comitato Tecnico Scientifico per il tennis in carrozzina Lega Nazionale
UISP;
-relatore per i corsi istruttori e/o maestri di tennis UISP;
-tecnico responsabile nei corsi di tennis per gli atleti della Sport Insieme Livorno;
-responsabile per i progetti “Mare Insieme” e “Barca accessibile Primo Pensiero” della Sport Insieme Livorno (pesca sportiva, snorkeling, sup, ecc.);
-comandante sulle imbarcazioni dell’associazione S.I.L. Onlus
Incarichi e titoli
-Presidente dell’Associazione Sport Insieme Livorno;
-Cavaliere al merito della Repubblica Italiana
Quando, il 15 maggio 1986, alla fine di una giornata di lavoro, per un banale incidente mi ritrovo in sedia rotelle, sono un giovane uomo di ventotto anni, sposato e con due figli gemelli di appena 17 mesi.
Fino a quel momento la mia vita era rivolta allo studio, due esami a finire l’Isef, al lavoro sullo stabilimento balneare di famiglia a Tirrenia, tra mare, spiaggia, boschi e tanto sport, praticato e insegnato.
I primi tempi dopo l’incidente, dopo circa tre mesi di riabilitazione, la mia vita si dipanava tra famiglia e lavoro, ma l’idea di fare sport in maniera diversa non mi sfiorava nemmeno, feci carte false per acquisire la patente nautica, non facile a quei tempi per una persona in carrozzina, al mare non potevo rinunciare, chissà quando, ma avrei costruito una barca che mi consentisse di andare per mare.
Poi un giorno degli anni novanta, dopo varie insistenze, alcuni ragazzi disabili mi convincono a provare il tennis, uno sport che non avevo praticato e che a dirla tutta nemmeno mi piaceva tanto.
Avevo giocato a Calcio, Atletica leggera, Rugby, Sci, vela, istruttore di Windsurf e di Nuoto, allenatore di pallavolo, ma il tennis no.
Quel giorno mi fecero provare la racchetta da tennis, una vera catastrofe, muoversi in carrozzina con in mano una racchetta e colpire la palla, difficilissimo.
Devo però ringraziare quelle persone che mi fecero di nuovo provare la sensazione della fatica del momento sportivo che ti fa percepire il tuo corpo, cominciai a giocare tutti i giorni, da vero malato di sport, si risveglia lo spirito agonistico, adrenalina pura. In pochi anni vinco il primo titolo Italiano e l’anno dopo partecipo alle Paralimpiadi di Atlanta 96, poi Sidney 2000, 4 titoli italiani, molti tornei in giro per il mondo, anni con la valigia pronta, tornei dall’Australia, la mia terra natia, dove i miei erano emigrati, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Oriente, Sud America, Europa ecc…. Contemporaneamente insegno a tanti ragazzi in carrozzina, era quello che avrei voluto fare nella mia vita, insegnare lo sport, faccio corsi di formazione e divento maestro di tennis UISP, e formatore per i nuovi maestri, ad Atene 2004, la mia prima paralimpiade nelle vesti di coach per la Nazionale, successivamente anche a quelle di Pechino 2008.
Poi un giorno una telefonata dal Quirinale, “lei è stato insignito”, pensavo fosse una malattia! ”il Presidente Azeglio Ciampi le ha conferito l’onorificenza di Cavaliere al merito della Repubblica” bella sorpresa e bel riconoscimento, ricevuto poi da un Livornese doc come Azeglio Ciampi. Le medaglie e le onorificenze fanno piacere, ti danno il senso di essere sulla strada giusta e sentirsi bene col proprio impegno.
Primi anni novanta, insieme ad altri amici che condividevano con me il tennis, primi tornei all’estero, emozioni uniche, organizzazioni impeccabili che ci facevano sentire veri protagonisti, sembrava impossibile raggiungere un tale livello di tornei ed invece….ci impegnammo nel costituire una associazione, Sport Insieme Livorno, ci mettemmo a testa bassa a lavorare per organizzare un torneo internazionale, come avevamo visto in giro all’estero, anni di impegno organizzativo e sociale, tanti ragazzi da tutto il mondo al nostro torneo, tanti ragazzi che si avvicinano alla nostra scuola tennis. Ci siamo sentiti indiscussi protagonisti in qualcosa che percepivamo come complicata, difficilissima da realizzare con gli scarsi mezzi ed invece siamo arrivati ai livelli di tornei famosi come Australian open, US open, Rolland Garros, British open.
Ci serviva però qualcosa che desse un imput, non solo al tennis, una associazione, che abbracciasse anche altri sport e desse l’opportunità a tanti ragazzi di nutrire la passione verso altro. Nelle vesti di presidente con la nostra associazione ho spinto per rivolgersi alle attività sportive da praticare in mare, Livorno, storica città di mare non aveva e non ha, strutture e possibilità di far vivere in libertà, il nostro meraviglioso mare a tante persone. Essendo praticamente nato su una spiaggia, il mare è dentro me da sempre, la mia vera passione, gioco forza impegnarmi per dare a tutti la possibilità viverlo in piena autonomia e libertà.
La nostra costa è una barriera architettonica naturale ed impossibile per una persona disabile viverla in autonomia, cominciammo quindi a lavorare per aggirare l’ostacolo.
Per iniziare una barca a motore di 10 mt che con modifiche e studi l’abbiamo resa attrezzata per essere condotta e utilizzata dalle persone disabili, da anni centinaia di persone hanno preso il mare con “Primo Pensiero2. Successivamente una barca di 6 metri adibita alla pesca, ora stiamo lavorando per realizzare una barca a vela che consenta a tutti di sentire il vento nei capelli ed il vero navigare. Quest’anno inizieremo anche con la nostra scuola vela con la classe Hansa 303, due barche che consentiranno di abbattere ulteriori barriere, il mare per tutti sarà più vicino.
Tante belle iniziative che facilitano a molte persone di realizzare un sogno, ma lo scopo principale per me resta quello di accendere quella scintilla, che in molte anime si è spenta. Per molti ripartire e prendere in mano la propria esistenza dopo un incidente, una malattia, un trauma invalidante è una situazione durissima e difficile. Contribuire a nuove ripartenza, creare da uno svantaggio una nuova opportunità, vivere e non sopravvivere, regalare un sorriso che possa contribuire a sentirsi belli dentro, trasformare il dolore in opportunità di vita.