Si è conclusa questa mattina la liberazione della Torre della Cigna, occupata dal 2016.
La struttura, nel 2019, al momento del provvedimento del Tribunale, ospitava ben 110 persone, 72 all’inizio del 2021.
Le chiavi dell’edificio ormai vuoto sono state consegnate dal sindacato Asia Usb nelle mani dell’amministratore del condominio, in rappresentanza dei tre proprietari.
La vicenda della Cigna stamani non si è chiusa con uno sgombero, non vi è stata alcuna azione di forza, ma un rilascio pacifico dell’edificio, che si è svolto con gradualità, in un clima disteso, senza alcuna presenza di agenti in divisa.
assessore Raspanti-
“Questo è stato possibile grazie a un lungo lavoro di mediazione, in cui non sono mancati momenti di tensione e confronti anche accessi, ma in cui non è mai venuta meno la fiducia nel dialogo come strumento di ricomposizione dei conflitti sociali. Alla fine siamo riusciti a tenere insieme legalità e giustizia sociale, a garantire l’esecuzione di un provvedimento giurisprudenziale senza sacrificare l’istanza della tutela delle persone più socialmente vulnerabili”
Sono state infatti predisposte per tutte le persone che residuavano nella Torre e che avevano i requisiti per l’ingresso nel sistema pubblico di emergenza abitativa (nel numero finale di 59, dopo che gli altri erano stati assorbiti dal graduale scorrimento della graduatoria grazie anche agli importanti investimenti dell’Amministrazione comunale sulle manutenzioni straordinarie delle case popolari) soluzioni ponte dignitose e regolari tali da consentire loro di attendere in sicurezza il momento dell’assegnazione di una casa.
“Ci tengo a precisare- puntualizza Raspanti– che questo progetto non istituisce una corsia preferenziale per l’accesso all’ERP. L’assegnazione di una casa popolare avverrà secondo il regolare scorrimento delle graduatorie” Dopo aver ringraziato l’ufficio casa e soprattutto le dott.sse Elisabetta Cella e Lucia Kutufà, Raspanti ha espresso la riconoscenza dell’Amministrazione Comunale nei confronti del Prefetto, del Questore e del Presidente del Tribunale “per la fiducia accordata al Comune nella regia di questa delicatissima operazione”
Nel corso del suo intervento in loco, il primo pensiero dell’assessore è stato rivolto a chi in questi anni ha in ogni caso trovato all’interno della Torre la propria casa e adesso ha dovuto lasciarla.
“È stato un passaggio delicato- ha detto- e ringrazio tutte le persone per la fiducia riposta nell’Amministrazione comunale”, riconoscendo l’importante ruolo giocato dal sindacato Asia, “che ha dimostrato di essere, per le istituzioni, un interlocutore affidabile”.
“Per legge -precisa l’assessore Raspanti – sarebbe stato sufficiente che avessimo offerto una soluzione temporanea soltanto alle famiglie con bambini, agli anziani e ai disabili. In passato è quasi sempre successo così. Siamo invece riusciti a far passare nella Cabina di Regia un criterio estensivo, più, inclusivo, per accompagnare tutte le persone aventi diritto in un percorso fino all’assegnazione di una casa pubblica”.
Dal 15 marzo scorso 59 persone sono state gradualmente inserite in strutture gestite dal terzo settore. Tre nuclei sono stati accolti in strutture comunali non Erp. Le risorse messe a disposizione del progetto sono state utilizzate per lo più per riqualificare immobili di proprietà della Caritas e della Misericordia, interamente rinnovati e che resteranno, anche oltre questa esperienza, a disposizione del territorio.
“In questo modo- precisa Raspanti-abbiamo anche accresciuto la dotazione strutturale del territorio per far fronte all’emergenza abitativa”.
Luca Salvetti
“Quello di oggi è un passaggio importante che non ha precedenti in Italia e può diventare un modello per affrontare difficili situazioni di occupazioni abusive. In 20 mesi il Comune di Livorno ha liberato la Chiccaia e la Torre della Cigna, senza necessità dell’intervento delle forze dell’ordine.
Tutte le persone che vivevano nei due immobili sono state sistemate in strutture adeguate e dignitose.
Un grande risultato per questa Amministrazione”