Il consigliere comunale interviene a margine dell’incidente accaduto in via di Popogna a due minorenni appena usciti da un locale dopo una cena tra amici
“Lascia sgomenti la notizia di un ennesimo grave incidente che coinvolge ragazzi giovanissimi, questa volta addirittura minorenni. A loro non può non andare il mio personale augurio affinché possano rimettersi al meglio. Ovviamente le dinamiche dell’incidente restano da chiarire, ma dai giornali si è appreso che i ragazzi avevano appena finito di cenare in un locale e che stavano dirigendosi verso il quartiere Venezia per proseguire la serata. Naturalmente il titolare del ristorante parla di una “normale cena come tante altre”; ma dato che l’incidente si è verificato a circa 150 metri dal luogo in cui avevano appena finito di consumare la cena, è normale chiedersi quali fossero le condizioni dei ragazzi quando si sono messi in viaggio. Se alla base del fatto c’è il caso fortuito diventa difficile chiedersi cosa sia possibile fare per prevenire questi eventi, diversamente, se alla base ci fosse l’abuso di alcol, diventa doveroso porsi delle domande. Prima di tutto ci sarebbe da chiedersi come si possa pensare di dare da bere alcol alle cene di minorenni. Da questa domanda non può che arrivare l’invito che rivolgo al Prefetto e al Questore di verificare se questo può essere accaduto nel locale in questione e in generale di portare avanti una attività di controllo, attenta e inflessibile, affinché a Livorno non esistano zone franche o locali in cui sia normale far bere alcol ai ragazzi. Altre domande invece riguardano il mondo dei giovani. Non possiamo non prendere atto di frequenti accadimenti con conseguenze spesso drammatiche. La vita è un bene tanto prezioso quanto unico e il ruolo di una comunità – in primis delle Istituzioni – è di proteggere i ragazzi sempre. Anche nella loro fisiologica fase di imprudenze giovanili. Dall’altra parte, però, non vanno neanche tenuti nella falsa e rassicurante illusione che tutto è permesso senza che possano esserci mai conseguenze infauste. Spesso il senso del limite sembra quasi non caratterizzare i comportamenti dei giovani e su questo serve una chiamata alla prudenza e alla responsabilità dei ragazzi. Infine appare sempre più urgente che le Istituzioni democratiche, le agenzie educative e, non da ultimo, il sistema familiare, si pongano il problema di dare messaggi chiari e univoci finalizzati al rispetto della persona, della propria salute, delle regole e del vivere collettivo. Se non diamo questi messaggi netti e coerenti nessuno di noi può veramente sentirsi assolto. Alessandro Perini”