Porto Azzurro: vaccinati 260 detenuti.
Umberto Cignoni, è il direttore sanitario del carcere di Porto Azzurro, e da aprile del 2018 è il responsabile della salute di 290 detenuti sull’Isola d’Elba più altri 11 che si trovano a Pianosa.
Un ruolo delicato in tempo di pandemia da Covid 19. Perché se il virus entra in un istituto di pena le conseguenze possono essere serie. Gestire un focolaio che si dovesse sviluppare fra celle, mense e spazi comuni sarebbe un’operazione difficile e impegnativa. Quindi meglio prevenire che curare. Così quando finalmente nei giorni scorsi i medici e gli infermieri distaccati presso il carcere elbano hanno portato a termine la vaccinazione di 260 detenuti e 61 poliziotti penitenziari, il dottor Cignoni ha sentito la necessità di ringraziare uno per uno chi ha fattivamente contribuito a raggiungere questo obiettivo: i medici Ambra Giusti, Lorenzo Conticelli Serena, Michele Tararà e gli infermieri Lillia Malano, Loredana De Biasi, Lorella Anselmi, Paolo Roma, Lorenzo Frediani e Niccolò Balatti, con un ringraziamento particolare alla direzione e a tutta la Polizia penitenziaria, in particolare modo agli assistenti capo Marcello Olla e Mario Trovato.
Umberto Cignoni direttore sanitario carcere di Porto Azzurro
“Oggi tutti e 11 i detenuti che si trovano a Pianosa sono vaccinati e si potrebbe dire che l’isola è diventata Covid free.
Mentre a Porto Azzurro ne abbiamo vaccinati 260 su 290, partendo dai più fragili. Alcuni hanno espresso la volontà di non fare il vaccino, ma possiamo dire che adesso al carcere di Porto Azzurro si sia quasi raggiunto l’effetto gregge, che sarà ulteriormente rafforzato dalla vaccinazione di tutto il personale impegnato in compiti di sorveglianza o amministrativi.
Da quando è scoppiata la pandemia abbiamo avuto due casi di Covid tra i detenuti curati qui, esiste un protocollo da seguire e lo abbiamo fatto. Chi doveva isolarsi perché positivo è stato messo in una cella a parte.
Lo stesso abbiamo fatto con i contatti del positivo, che hanno passato la quarantena in un reparto separato dagli altri detenuti. Tutto è andato bene e il contagio non ha preso piede.
Merito anche delle altre misure che sono state prese: le visite sono state sospese, i detenuti sono controllati periodicamente ogni mese e chi rientra in carcere da permessi o licenze deve fare la quarantena”
Quello di Porto Azzurro è uno dei carceri più importanti della Toscana e ha la particolarità di avere a Pianosa una sezione distaccata: qui i detenuti non vivono in cella, ma contribuiscono fattivamente alla valorizzazione dell’isola grazie ad un progetto sperimentale che li vede impegnati nella manutenzione delle strutture murarie, nell’agricoltura e nei servizi ai turisti, come il ristorante.