CIrcolo Culturale G.E. Modigliani
“Ogni anno vengono fatte riflessioni…analizzati dati su femminicidi e omicidi da parte di padri abusanti
ed ogni volta si arriva a fine giornata o settimana con dichiarazioni e azioni da pianificare per porre fine alla
lunga lista di fatti violenti come quelli di Sassuolo e Vetrella.
Si conclude sempre con richieste di leggi e pene più pesanti in nome delle donne e dei bambini
abusati e uccisi.
Le tutele in sede civile e penale ci sono già ma il problema principale è che non sono usate, anzi,
peggio ancora, non sono conosciute e non ci sono procure specializzate, manca cioè la formazione.
Altro nodo dolente sono le CTU che hanno sì una formazione ma svolta presso scuole
prevalentemente private di Psicologia giuridica orientate sulla PAS, la falsa ascientifica sindrome di
alienazione parentale, rifiutata dalla comunità scientifica, ma rimodulata in altre sigle e definizioni quale
madre malevola, madre adesiva, madre ostativa, tutte definizioni diverse per esprimere lo stesso concetto
ovvero se un bambino/a rifiuta il padre è colpa della madre che lo ha manipolato/a. Rifiuto che viene
addebitato a colpa materna anche se c’è violenza.
Infine con la legge 54/2006 vengono introdotti l’affido condiviso e il principio di bigenitorialità,
principio elevato a dogma da applicare in qualunque separazione, tanto che se la donna che ha subito
violenze assieme ai figli non si mostra benevola verso l’ex viene mal giudicata e rischia di perdere
definitivamente l’affido dei figli quale madre ostativa o alienate.
Tutto questo sta spingendo le donne a tacere, a piegarsi al violento, a cedere su tutte le sue richieste
rispetto alla separazione.
Donne e bambine/i sono gli anelli deboli quando una donna fa una denuncia per maltrattamenti o
stalking.
Per prima va fatta la valutazione del rischio, ci sono degli indicatori che possono far capire se
sussistono rischi per la donna e i figli.
Diverse e molto spesso tragiche sono le reazioni degli uomini: dall’abbandono di qualsiasi protervia a
seguito di denuncia all’autorità giudiziaria sino alla vendetta finale con l’uccisione della vittima quando, non
avendo più niente da perdere, comprendono di dover rinunciare a qualsiasi pretesa.
Per questo il lavoro di intervento a difesa delle donne deve essere giocato da più attori che devono
essere coinvolti: forze dell’ordine, centri antiviolenza, case rifugio, tribunale, servizi sociali.
Il Circolo Modigliani ricorda che, per fermare la lunga scia di sangue innocente oltre all’azione
punitiva che sicuramente va rimodulata, occorre agire culturalmente con azioni formative rivolte alle giovani
generazioni e a Magistrati, Avvocati, Psicologi, Assistenti Sociali per spazzare via la cultura del possesso,
della prevaricazione e della non parità nei diritti.
” Ciascun volto è il simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi.”
Tamara Ben Jello