Giorno della Memoria, le iniziative per ricordare l’anniversario della liberazione dei campi di concentramento nazisti
Domani, venerdì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria, ricorrenza della liberazione del campo di Auschwitz nel 1945, Livorno ricorda le vittime della ferocia nazista perpetrata ai danni di ebrei, omosessuali, rom e sinti, oppositori politici e disabili all’interno dei campi di sterminio con un ampio programma di iniziative.
Ad aprire la giornata sarà, alle ore 9.30 al Cimitero Ebraico (via Don Aldo Mei) la deposizione di una corona di fiori in omaggio alle vittime della Shoah.
Le celebrazioni alle 10.30 si sposteranno in Prefettura (piazza Unità d’Italia, 1) dove è previsto l’intervento di Ermanno Smulevich, curatore del libro “Matti e Angeli” al quale farà seguito un’esibizione musicale e le riflessioni degli studenti degli Istituti Comprensivi “Benci-Borsi” e “Bartolena” di Livorno. In agenda anche la proiezione di parte del documentario “La questione ebraica: il fascismo e gli ebrei” e la consegna della medaglia d’Onore conferita dal Capo dello Stato.
Nella mattinata previsto anche un incontro tra le classi terze della scuola primaria Pilo Albertelli dell’Istituto Comprensivo Micali con Roberto Rugiadi, figlio di Frida Misul deportata ad Auschwitz, che porterà una testimonianza sulla Shoah. L’iniziativa vedrà la partecipazione di Renzo Bacci, presidente della sezione di Livorno dell’ANPPIA (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Antifascisti) e di Ettore Carpenè delegato territoriale dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti).
Alle ore 13 alla lipide che ricorda l’opera di Primo Levi “Se questo è un uomo” affissa nel 2014 sul Palazzo del Comune di Livorno in ricordo della Shoah e di tutti i deportati nei campi di concentramento, il Lions Club Livorno Porto Mediceo organizzerà, come ogni anno, un momento di raccoglimento. Saranno presenti il sindaco Luca Salvetti, il presidente della Comunità Ebraica di Livorno Vittorio Mosseri e il presidente del Lions Club Livorno Porto Mediceo Marina Marenna. La commemorazione sarà seguita dall’esibizione dell’ensemble di fiati del liceo Niccolini Palli, diretto dalla professoressa Giovanna Nieri, che eseguirà alcuni brani della musica tradizionale Klezmer, espressione della cultura ebraica dell’Est Europeo, nell’elaborazione curata dal Maestro Paolo Filidei.
Alle ore 16, in via Bartelloni 1, sarà scoperta una Pietra d’Inciampo in memoria del cittadino livornese Mario Cozzolini, sopravvissuto ai lager nazisti.
Cozzolini fu arrestato nel gennaio del 1944 e deportato nel campo di concentramento di Dachau con numero di matricola 64141, triangolo rosso (prigioniero politico), dove riuscì a sopravvivere fino alla liberazione.
Il progetto delle pietre di inciampo nasce dall’artista tedesco Gunter Demnig quale monumento diffuso in tutta Europa per depositare fisicamente una memoria dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti, là dove vivevano e da dove vennero strappati dai propri affetti e dalle proprie vite per affrontare la tragica esperienza della deportazione.
Alla cerimonia sarà presente l’assessore alla Cultura del Comune di Livorno Simone Lenzi e rappresentanti dell’ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati nei campi nazisti) sezione interprovinciale di Pisa che ha patrocinato l’iniziativa.
Sempre domani, alle ore 17 sarà inaugurata la mostra “Poteva capitare a chiunque”. Luciano Castelli (1921-2006). Disegni di un deportato, organizzata dalla fondazione d’arte Trossi-Uberti nella propria sede.
Luciano Castelli nell’estate del 1944 fu catturato dai soldati tedeschi e deportato in Germania
Nella mostra, che resterà aperta con ingresso libero anche sabato 28 e domenica 29 dalle 15.30 alle 18.30, sono presentate per la prima volta le preziose testimonianze di quegli eventi, conservate dai figli di Castelli. Al finissage di domenica previsto per le ore 17, sarà presente una delegazione della Comunità Ebraica Livornese.
Alle 21.30, infine, al Nuovo Teatro delle Commedie l’associazione Effetto Collaterale proporrà la lettura scenica di “Chi porterà queste parole?”, opera di Charlotte Delbo, drammaturga e resistente francese (di origini italiane), sopravvissuta all’orrore di Auschwitz.
Foto: pixabay