Riceviamo e pubblichimo il comunicato stampa a firma Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle
“Ieri è stata bocciata una mozione a firma Movimento 5 Stelle e Buongiorno Livorno che chiedeva di sospendere la decisione sugli istituti comprensivi, rimandandola al prossimo anno, chiedeva di aprire immediatamente un vero percorso partecipativo con i docenti, il personale ATA e le famiglie e infine proponeva di finanziare progetti per il curricolo verticale, a partire dai comprensivi già esistenti. Mentre si discuteva la nostra mozione, fuori dal Comune, c’era un presidio organizzato da numerosi lavoratori della scuola, supportato dalle organizzazioni sindacali e ci dispiace che il nostro atto, scritto ascoltando proprio la voce di questi lavoratori, sia stato votato negativamente dalla maggioranza.
Crediamo che sia necessario far partire un dibattito cittadino sulla “comprensivizzazione” delle scuole, perché la Vicesindaca Camici vorrebbe realizzarla nel prossimo anno scolastico, anche se scelte come questa dovrebbero essere effettuate solo a valle di un percorso di consapevolezza e ascolto del mondo della scuola.
Non si tratta di essere contrari per principio, ma la comprensivizzazione va perseguita investendo risorse e coinvolgendo tutto il personale, nonché le famiglie, le quali dovrebbero essere ben informate di cosa prevede questo cambiamento.
Per “comprensivizzazione” si intende un processo di “accorpamento” di scuole che vanno dalla scuola dell’infanzia alla scuola media, finalizzato a creare un percorso scolastico omogeneo per gli alunni da 3 fino a 14 anni e parallelamente a realizzare una razionalizzazione della spesa e dell’uso degli spazi scolastici.
Ci sono alcuni aspetti fondamentali che questo processo porta con sé e che devono essere analizzati: il numero di alunni per istituzione scolastica (che, con gli “accorpamenti”, aumenta), la perdita della continuità didattica dovuta al rimescolamento delle graduatorie dei docenti, l’impatto sui posti di lavoro del personale ATA, le conseguenze dal punto di vista organizzativo e gestionale, la territorialità in relazione ai plessi scolastici. Se è vero che Livorno e altri comuni della Provincia, da un certo punto di vista, sembrano essere “rimasti indietro” rispetto ad altri territori del Paese che sono partiti una ventina di anni fa con questo processo, dall’altro evidentemente le difficoltà incontrate in passato sono da tenere in netta considerazione.
Bisognerebbe infatti analizzare le potenzialità, ma anche le criticità dei due istituti comprensivi già esistenti: il “Micheli-Bolognesi” e il “Don Angeli”. Questi istituti si trovano nella zona nord della città e, quando sono stati creati, durante il mandato Cosimi, non sono stati supportati da adeguati finanziamenti e quindi si sono trovati ad affrontare la riorganizzazione in condizioni non semplici e senza vedere poi lo stesso trattamento in altre scuole cittadine, che non sono state coinvolte successivamente nella riorganizzazione.
Durante l’Amministrazione 5 Stelle era stata fatta una ipotesi di creazione di 9 istituti comprensivi, per andare incontro alle normative e alle richieste della regione: non avendo però avuto certezza sui numeri dei possibili posti di lavoro che si sarebbero potuti perdere con tali accorpamenti, abbiamo infine deciso di non procedere. Anche qualora lo avessimo fatto, il percorso avrebbe dovuto prevedere un totale coinvolgimento di tutto il mondo della scuola, prima di assumere una decisione così impattante.
Occorre promuovere e finanziare progetti per il curricolo verticale, per fare in modo che il processo in questione non diventi solo un farraginoso e controproducente aggravio burocratico, ma che abbia delle positive ricadute sulla didattica.A supporto di tutto ciò serve inoltre realizzare un adeguato piano di edilizia scolastica, mentre invece vediamo che molti interventi vanno a rilento: ad esempio la costruzione delle nuove Dal Borro in Via Bois, finanziata nel febbraio 2019, non è stata ancora appaltata.
Infine si tenga conto che le scuole stanno continuando tuttora a gestire le conseguenze dell’emergenza pandemica, la quale comporta notevoli difficoltà gestionali. Siamo proprio sicuri che sia semplice gestire una tale “rivoluzione” in un momento come questo?”