Dopo le promesse dispensate da Luca Salvetti in campagna elettorale, a cui ha fatto
seguito un anno di assoluto silenzio, sono soddisfatto che la mia interpellanza
presentata nella sesta Commissione consiliare abbia finalmente riacceso il dibattito
sul problema dei continui ingorghi del traffico che si verificano nel tratto tra piazza del
Pamiglione e piazza Mazzini. Sono molto meno soddisfatto, invece, per le risposte che
ho ricevuto dall’assessora Giovanna Cepparello: come ho già avuto modo di replicare
in commissione, ritengo che i provvedimenti avanzati dall’amministrazione siano tardivi
e del tutto insufficienti a risolvere l’annosa questione. In assenza di una visione
complessiva su come affrontare il problema, e questo è grave dopo sei anni di governo,
al momento l’unica cosa che pare certa è l’intenzione di spegnere il semaforo di piazza
Mazzini (che resterebbe solo lampeggiante), sostituendolo con un attraversamento
pedonale rialzato. Meglio di nulla, va bene tutto. Però questa misura prospettata dalla
giunta potrà al massimo alleviare il problema delle code di veicoli, ma non è
assolutamente in grado di risolverlo. È poco più di un palliativo, ci vuole ben altro per
far sì che la circolazione torni a scorrere con maggiore fluidità. E anche con una certa
urgenza, considerato che questo “tappo” alla mobilità provoca non solo disagi alla
circolazione sul lungomare a due passi dal centro, ma anche pericoli per la salute
pubblica a causa dei gas di scarico inquinanti che si concentrano durante gli orari di
punta: l’area nella zona è resa assolutamente irrespirabile dai mezzi in coda (senza
tralasciare il fenomeno delle emissioni che contribuiscono ad aumentare la
temperatura atmosferica)). Del resto, è stata la stessa assessora da ammettere la
gravità del fenomeno in quel tratto di strada, quando ha presentato i risultati dello
studio sui flussi di traffico che indicano il passaggio lento di ben 4000 auto all’ora nel
tratto piazza del Pamiglione – piazza Mazzini.
Il peccato originale di questa situazione è facilmente individuabile: le due piccole
rotatorie realizzate nel 2017 (piazza Michele e piazza Giovine Italia) determinano – con
la loro conformazione – una vera e propria strozzatura al traffico pubblico e privato che
in quel tratto di strada registra inoltre diverse intersezioni. Iniziare a progettare una loro
eliminazione sarebbe un atto di buon senso. L’assessora dice che togliere le rotatorie è
costoso? È vero, ma i soldi per tutelare la salute dei cittadini e per migliorare la qualità
della loro vita, sono sempre ben spesi.
Inoltre, c’è un’altra misura che, se venisse adottata come avevo indicato nel
programma elettorale del centrodestra e che oggi vedo sostenuta anche dall’Aci,
contribuirebbe a ridurre drasticamente le code di veicoli in quel tratto di strada: lo
spostamento della pista ciclabile. Attualmente la pista riservata a chi si muove in
bicicletta determina un restringimento della carreggiata nord-sud, con riduzione da due
corsie a una soltanto. Un imbuto che paralizza la circolazione. A mio giudizio, bisogna
iniziare a riflettere sull’utilizzo dell’area portuale e dell’area di Porta a mare per
collocare la pista ciclabile, in modo da restituire due corsie di transito alle auto, ai mezzi pubblici, ai mezzi di soccorso, alle moto e agli scooter.