di Giorgio Billeri
E’ uno di quei giorni in cui ti prende la malinconia. La citazione musicale non è un caso: la Pielle perde un derby sanguinoso, sparendo completamente nell’ultimo quarto, quando poteva dare la spallata a una Gema Montecatini fiaccata dai falli e fisicamente in riserva. E invece, il canestro è diventato un Sacro Graal introvabile, una montagna del sesto grado da scalare. Difficile capire cosa sia accaduto: 30 minuti di basket duro, intelligente, difensivamente perfetto, poi il buio pesto, completo. 11 punti segnati nei 10′ finali, con i 500 meravigliosi tifosi arrivati al Palacarrara di Pistoia sbigottiti, ammutoliti da una metamorfosi del genere. Ancora una volta alla squadra di Federico Campanella è mancata la lucidità nel finale, quando il gioco si è fatto duro. Azioni confuse, pasticciate , gioco perimetrale e tiri fuori equilibrio, allo scadere, palle perse in serie, i lunghi mai coinvolti proprio quando sotto le plance i termali erano un grossa difficoltà per questione di falli. Leonzio, Venucci e Bonacini non sempre possono fare i miracoli, quando le difese avversarie stringono la morsa su di loro non ci sono le alternative. E così la Gema, formazione solida ma non imbattibile, ha salvato la pelle, andando a vincere con un divario assolutamente sproporzionato (67-59) in una partita che ha vissuto sempre di vantaggi risicatissimi. E dire che Campanella aveva disegnato addosso alla sua Pielle un abito tatticamente perfetto, isolando un nervosissimo Mateo
Chiarini, ex con il dente avvelenato e beccatissimo dal popolo biancazzurro, che ha segnato soltanto dalla lunetta, e limitando i rifornimenti sotto canastro a Bedin e Ddio Pizzo. La Pielle ha assestato due spallate che l’hanno portata avanti anche di cinque punti, a quel punto avrebbe potuto mettere la pietra tombale sulla partita, ma le sono mancate le energie e il cinismo. E nel finale Acunzo e Passoni, con alcune giocate velenose, hanno scavato il solco decisivo e scritto la parola fine a un derby che resterà inciso a lettere d’oro nel grande libro dei rimpianti. A proposito di rimpianti, quello più grosso era seduto in panchina e parla bulgaro, il suo nome è Hristo Zahariev. Ma con i se e con i ma non si fanno i punti in classifica.
GEMA MONTECATINI: Di Pizzo 6, Acunzo 12, Burini 2, Passoni 10, Chiarini 15, Gattel, Toscano 12, D’Alessandro 4, Bedin 6, Albelli, Cellerini. PIELLE: Leonzio 20, Venucci 14, Donzelli 4, Bonacini 12, Cepic 5, Campori, Zahariev, Simonetti, Baggiani, Del Testa 2, Paesano, Vedovato 2.
CLASSIFICA: Roseto 28, Ruvo e Gema 20, Luiss Roma, Herons 18, Virtus Roma, Pielle, Chieti 16, Jesi, S.Antimo, Piombino, Fabriano 14, Ravenna, Caserta 12, Chiusi, Salerno 10, Rieti 8, Cassino, San Severo 6, Latina 4.
Foto: Simona marzi