di Giorgio Billeri
Dimenticate. Dimenticatevi le comode vittorie a 100 punti, con il cameriere che ti porta il flute di champagne ghiacciato. No, questa è un’altra Pielle e un altro campionato. Qui ogni partita è un elogio della sofferenza, è uno strisciare nella palude infestata dai Vietcong, è nuotare in mezzo agli squali. Ogni avversaria è forte, strutturata, se la gioca senza paura. Niente champagne ghiacciato, la felicità adesso è un Crodino con qualche patatina prima di sedersi a tavola. Prendete la partita di oggi, un Bignami della stagione che è, che sarà. Fabriano, squadra di media caratura, ha onorato il suo piano partita. Randello selvaggio, contatti al limite, e vediamo cosa gli arbitri fischieranno. Per due tempini non hanno torto: i fischietti ci capiscono poco, invertono qualche fischio e la Pielle si innervosisce, perde le distanze, forza qualcosa mentre i marchigiani, i più grandi produttori di carta (ricordate a scuola gli album Fabriano?) trovano disegni da tre punti in serie con Gnecchi, Raucci Centanni, vecchi lupi di mare. La Pielle sbuffa, deve inseguire e magari vede qualche spettro. Ma dalla panchina si alza un oggetto non identificato, Mattia Venucci. E’ semplicemente posseduto dallo spirito di Oscar Schmidt, la più grande mano del basket moderno, mette quattro triple prima dell’intervallo, e i livornesi mettono il naso avanti: 36-34. Campanella, insieme al thè caldo, deve aver interpretato Al Pacino e il discorso motivazionale di “Ogni maledetta domenica”: perchè quella che torna sul parquet è una Pielle diversa, una creatura trasfigurata, che accetta il gioco di Fabriano. Picchi tu? E io te le rendo. Difesa collosa, asfissiante, Campori e Donzelli danno l’esempio, tutti si sbattono a rimbalzo e sulle palle vaganti. La casa di carta di Fabriano pian piano si piega, 48-41 prima che qualche sciocchezza in attacco riporti tutto in bilico. Quarto decisivo, con gli squali, i Vietcong e tutto il resto. Venucci colpisce ancora, Donzelli trova la tripla, il dottorale Bonacini mette il punto esclamativo con giocate da califfo. Il salmo finisce il gloria (71-62), ma che fatica. La Pielle però ha un’anima, il Crodino può essere buono come lo champagne. E quel pubblico: i cinquanta arrivati da Fabriano guardavano la curva sud come un sogno, riprendevano con gli smartphone. Diranno ai nipoti: io c’ero, davanti a una delle curve più belle d’Italia.
PIELLE: Zahariev 2, Del Testa 6, Bonacini 16, Venucci 17, Paesano 7, Leonzio 13, Donzelli 3, Vedovato 5, Cepic 2, Baggiani, Simonetti, Campori. FABRIANO: Dri 4, Centanni 11, Raucci 7, Molinaro 11, Pierotti 9, Gnecchi 15, Carta 2, Scandiuzzi 3, Romagnoli, Ottoni, Da Rin.
Foto: Simona Marzi