di Giorgio Billeri
Waterloo. Caporetto. Una disfatta, doppia: perchè la Pielle non solo perde di quarantadue punti contro la Virtus Roma, ma perde anche l’amore del proprio, straordinario pubblico ed è forse questa la cosa che fa più male. Una galleria degli orrori, il pomeriggio al Palamacchia, quasi un sortilegio iniziato qualche ora prima allo stadio, a cento metri di distanza: qualcosa di inspiegabile, di troppo brutto per essere vero. Eppure è vero: i biancazzurri contestati, fischiati impietosamente dalla propria gente, che quella maglia la ama come la coperta calda di casa, gli gnocchi della mamma. Fischi, inviti a tirare fuori gli attributi, ironici “resteremo in serie B”, gli applausi a ogni canestro di Roma: mai visto uno strappo del genere tra Pielle tifoseria e Pielle squadra, anche nei momenti più difficili c’era stata una pacca sulla spalla, un barlume di speranza, uno squarcio di luce. Stavolta, no: Waterloo, Caporetto, una dolorosa discesa agli inferi senza speranza, ineluttabile, tremenda. Sarà difficile ricucire questa rottura, perchè mercoledì c’è la trasferta di Montecatini a casa Herons e ci vorrà un miracolo sportivo per evitare un’altra durissima lezione. La Pielle, oggi è stato evidente, è squadra mal assortita. A livello individuale può appartenere anche al Gotha della categoria, ma non ha un gioco. Dopo tre mesi di lavoro coach Campanella non ha saputo trasformare un bell’ideale in una squadra. Decine di tiri forzati, allo scadere dei 24, fuori equilibrio, pochi servizi ai lunghi, palle perse quando sanguinose quando banali. Leonzio 2/18, Donzelli 1/8, Del Testa 0/3, il solo Bonacini a cantare e portare una croce troppo pesante sul Golgota di una giornata storicamente terribile. 40 punti segnati sono un record negativo che brucia sulla pelle, neppure ai tempi dei canestri di legno e delle pallonesse: 9 punti nel primo tempo, addirittura quattro nel terzo: se cinque spettatori si fossero messi le scarpette forse sarebbe andata meglio. Il dato globale al tiro fotografa il patimento: 14/57, 34 rimbalzi contro i 46 di Roma. E Zahariev 40 minuti in panchina: magari stava male, ma nessuno lo sapeva e il mistero si infittisce. Una mattanza che questo pubblico, come i tifosi stessi hanno cantato, non meritava: Roma, formazione esperta e non a caso indicata come una delle favorite al successo finale, si è limitata a sedersi a tavola e gozzovigliare allegramente davanti a una squadra dalla faccia sempre più smarrita, senza difesa, sbertucciata dal suo stesso pubblico. Campanella ha 48 ore.
48 ore per rimettere insieme i cocci di un vaso scheggiato, se non rotto del tutto. Un miracolo sportivo. Nel palasport, alla fine, si sentono solo i canti degli ultrà di Roma. Dall’altra parte sconcerto, rabbia, delusione. Il pomeriggio più buio della Livorno sportiva, nel raggio di cento metri, finisce così.
PIELLE: Baggiani, Leonzio 8, Campori 6, Donzelli 3, Paesano 4, Zahariev, Simonetti, Bonacini 15, Cepic, Del Testa, Vedovato 2, Venucci 2. VIRTUS ROMA: Valentini 9, Visintin 5, Siberna 13, Zoffoli 8, Rodriguez 10, Caversazio 5, Whelan 6, Conti 12, Santiangeli 7.
Foto:Simona Marzi