di Giorgio Billeri
PIELLE: Hazners 5, Leonzio 17, Cepic 7, Venucci 14, Vedovato 4, Del Testa 3, Bonacini, Campori 15, Lucarelli, Sinagra 3, Klyuchnyk 7.
GEMA: Cellerini, Toscano 20, Acunzo, Passoni 14, D’Alessandro 7, Di Pizzo 7, Chiarini 20, Salvoldelli 9, Albelli, Burini 10.
Come contro Ruvo e la Virtus Roma, un film già visto. La Pielle, davanti alla commissione d’esame per i playoff, esce a capo chino. Perde ancora una volta uno scontro diretto tra le pretendenti al ruolo di sfidante di Roseto, e lo fa in maniera netta. Nonostante la spinta del Modigliani Forum e la voglia di non arrendersi mai. La Gema Montecatini ha dato l’impressione di essere squadra di altro tonnellaggio fisico e spessore tecnico: è scappata subito a più dieci, poi la fiammata livornese, con Campori che ha confezionato la partita della vita, ha fatto sperare la gente piellina. Ma è stato un fuoco di paglia: è stata sufficiente una sgasata alla formazione termale allenata da Marco Del Re per rimettere la testa avanti all’intervallo lungo, e poi è arrivata la spallata, confezionata da Toscano, Passoni e Savoldelli: più 14 e partita in ghiaccio, anche se la Toscana Legno ha avuto il merito di restare sempre sul pezzo, di non sprofondare. Ma alla fine a fare festa sono i termali che artigliano la seconda posizione in classifica, lasciando la Pielle nella terra di nessuno, sospesa tra playoff e play-in.
La Pielle versione Turchetto è sembrata, ancora una volta, stretta parente di quella di Campanella. Tante, troppe le difficoltà in attacco, circolazione farraginosa, la palla che è arrivata troppo poco ai lunghi sotto le plance, Leonzio braccato senza pietà dalle guardie svizzere della Gema, Venucci a sprazzi, Lucarelli ancora prigioniero di una condizione che tarda ad arrivare. Klyuchnyk e Vedovato senza spazio, gli altri anonimi. Soltanto Campori ha tentato di cambiare la storia di una partita che è sembrata segnata fin dall’inizio. Onore alla Gema, squadra forte, esperta, massiccia, che sa sempre come e quando farlo. Una squadra che gira come un orologio, attacchi razionali e chirurgici contro i quali Turchetto ha ruotato le difese, ma senza vernirne mai completamente a capo. Le cifre fanno tutta la differenza del mondo: Montecatini ha dominato a rimbalzo (45-29), ha tirato un numero enorme di volte da due rispetto ai livornesi (47-26), ha messo 12 triple, recuperato 18 palloni. Gara ai limiti della perfezione.
Però il cuore non manca: la Pielle torna a meno 9 con palla in mano, Hazners la perde banalmente e Chiarini punisce da tre punti. E’ l’azione che, nei fatti, chiude i giochi. Game, set and match. Un solo neo, nella partita montecatinese: l’esultanza beffarda di Mateo Chiarini in faccia ai suoi ex tifosi. E’ proprio vero: l’eleganza, se non ce l’hai, non te la puoi dare.