Al termine di un’ispezione antiriciclaggio, il Nucleo PEF della Guardia di Finanza di Livorno ha elevato 18 contestazioni per uso di contante oltre i limiti, con l’irrogazione di sanzioni da un minimo di 72.000 euro a un massimo di 1,8 milioni di euro.
È così che le Fiamme Gialle hanno identificato un agente in attività finanziaria impegnato nei servizi di rimessa di denaro, c.d. money transfer, gestito da un bangladino e operante nel centro storico di Livorno, noto anche per la sua frequentazione da parte di molti cittadini extracomunitari che inviano i soldi nei Paesi di origine. Un’indagine avviata con i poteri di polizia valutaria, che consentono accertamenti bancari d’iniziativa della GdF e condotta con l’impiego di personale femminile in abiti civili, per garantire un certo effetto sorpresa.
Tra le finalità delle ispezioni antiriciclaggio, funzioni tipiche dei finanzieri, quella innanzitutto del contrasto al finanziamento del terrorismo ma anche del controllo economico del territorio, in considerazione del fatto che i money transfer possono talvolta essere strumentalizzati per celare movimenti illeciti di valuta.
Di tutti i clienti è stato eseguito uno “screening”, consultando le banche dati in uso al Corpo e riscontrando l’eventuale presenza, a qualsiasi titolo, nelle liste antiterrorismo internazionali, da quella dell’Agenzia del Dipartimento del Tesoro americano a quella dell’ONU, dall’elenco UE alla lista Interpol. Accertata, inoltre, la legittima disponibilità e origine dei soldi.
Scandagliate, in particolare, le operazioni degli avventori che dimorano nelle strade limitrofe alla sede dell’esercizio, talvolta teatro di azioni d’interesse della pubblica sicurezza: da via della Pina d’Oro a piazza Venti Settembre, da via Pellegrini a via Terrazzini, da via Della Posta a piazza Garibaldi, da via Buontalenti a via S. Matteo, fino a via della Madonna.
Escusse le diverse persone che hanno effettuato rimesse all’estero, passando al setaccio oltre 5.000 transazioni del money transfer, nel periodo compreso tra i mesi di aprile 2018 e luglio 2019, per un ammontare superiore a 1,5 milioni di euro.
18 le operazioni di rimessa di denaro – per un importo complessivo pari a oltre 28.000 € – effettuate in violazione della normativa antiriciclaggio, ossia infrangendo le disposizioni che vietano trasferimenti superiori a 1.000 € da parte degli stessi soggetti nell’arco di sette giorni. Tutte movimentazioni dirette in Marocco, in Nigeria e in Bangladesh per la maggiore.
Elevate contestazioni in capo non soltanto al titolare del money transfer ma anche ai clienti che hanno transato trasgredendo le limitazioni all’uso del contante, con l’irrogazione delle suddette sanzioni amministrative (da 72.000 a 1.800.000 € – l’importo esatto sarà determinato al termine del procedimento sanzionatorio, di competenza della Ragioneria Territoriale dello Stato di Firenze).
A conclusione, è stata data notizia delle irregolarità riscontrate all’O.A.M.(Organismo degli Agenti e dei Mediatori) per gli eventuali provvedimenti disciplinari da adottare nei confronti del titolare del money transfer.