Il Palio Marinaro non finisce mai. Metti una sera a cena 37 ex vogatori, in uno dei luoghi più suggestivi della città (il ristorante ‘Le Botteghe’) nel cuore della Venezia. Già il cuore. Centro delle emozioni che solo la condivisione della fatica a bordo di un gozzo, sa regalare. La serata del 30 ottobre è scorsa via tra aneddoti, risate, ricordi di gare vinte o perse di un’inezia. Reminiscenze giovanili. Gioia e commozione hanno accompagnato pietanze e libagioni in una serata nella quale si sono mischiati i colori di tutte le sezioni nautiche, senza distinzione. Non più avversari, ma amici e poco importa se in passato uno aveva vogato sul gozzo del Borgo o del Venezia, del Pontino o dell’Ardenza. Tutti insieme, appassionatamente. Poi c’è stato il momento clou. Emanuele Puntoni, ex vogatore del Sorgenti Corea, ha declamato a memoria un componimento poetica che lui stesso ha realizzato. E per i presenti è stato impossibile trattenere le lacrime di commozione.
Questi i partecipanti alla serata Alessio Marra, Andrea Marconi, Riccardo Ughi, Roberto Merlino, Fabio Bonaccorsi, Michele Quercioli, Marco Marconcini, Stefano Perullo, Ghigo Suardi, Michele De Martino, Andrea Guidi, Massimo Biondi, Marco Vignale, Luca Ondini, Stefano Ricci, Alessio Pavoletti, Fabio Gradassi, Alessandro Zocchi, Alessio Gambogi, Massimiliano Minuti, Cristian Colombini, Daniele Angulo, Massimo Pessi, Valerio Valeri, Claudio Ardeghieri, Emanuele Puntoni, Michele Simonini, Ivano Franzoni, Igli Bitossi, Alessandro Bitossi, Andrea Fanelli, Fabio Perugini, Catello D’Apice, Roberto Cipriani, Alessandro Lemmi, Gianardo Porciani, Maurizio Pittaluga
Questo il testo del componimento di Emanuele Puntoni intitolato ‘Dedicata a tutti i vogatori, passati, presenti e futuri’
Oh cuori generosi, ragazzi, uomini coraggiosi
Nel proprio animo legati al mare
Quando siete in quella barca chiunque è vostro fratello, siete voi, un cuore solo, pronto a sostenerlo nella spinta dello scafo che scorre fluttuante e
con la prua possente fende l’acqua come un leviathan
La tua vita daresti in quel momento e sai già di essere entrato nella storia della tua città
…Il sudore sulla pelle, l’odore del mare, le brezze nei canneti, la pioggia, le burrasche…
…quanta fatica, quante palate…
…quanti amici hanno vogato al tuo fianco fino all’ultimo metro, fino all’ultima palata.
E quando non ci sarai più e l’ultima persona che ti conosceva avrà abbandonato questa terra
nessuno si ricorderà di te
Ne avranno invece memoria le griglie del Voltone che ti hanno visto passare
nel buio assoluto
nella spinta finale per guadagnare l’uscita
Se lo ricorderanno i massicci muri della strettoia immersi nell’acqua come ad accompagnarti
nel tuo tragitto
Se lo ricorderanno i ponticelli dei Quattro Mori che nel silenzio della Darsena hanno sentito il tuo cuore in volo sulle acque.
Qualcosa della tua essenza rimarrà là…finché Livorno esisterà