In bilico l’iscrizione della Toscana Disabili Sport al campionato di basket in carrozzina. La squadra denominata “Ortopedia Michelotti TDS Livorno non ha la somma necessaria per sostenere i costi del campionato. Sarebbe un vero peccato perdere la prima squadra di basket in carrozzina costruita a Livorno dopo tanti anni di sacrifici e risorse spese. Uno sfregio per lo sport livornese, una disdetta per il movimento paralimpico, con tanti ragazzi che fremevano per trasformare finalmente una preparazione di anni in una vera competizione, non per vincere, ma per dimostrare a sé stessi il proprio valore, le proprie capacità, per far vedere ai tifosi di basket e a tutti gli sportivi in genere cosa significa lo sport paralimpico nella sua massima espressione. Livorno avrebbe potuto ospitare tanti incontri e vedere all’opera grandi campioni.
Perché si è arrivati ad una situazione simile? Ci sono spiragli per una soluzione? Lo chiediamo al presidente e allenatore della TDS Maurizio Melis.
“Mi assumo tutta la responsabilità di quello che sta succedendo. Il mio rammarico maggiore, anzi, la mia disperazione è per i miei ragazzi che non vedevano l’ora di vivere l’emozione di una gara vera. Sarebbe stato il nostro primo campionato e lo era anche per me nelle vesti di organizzatore con le nuove regole. Ho calcolato male i costi e l’ultima mazzata l’hanno data le norme anti-Covid. Per tutti gli atleti, dirigenti e tecnici la FIPIC (Federazione Italiana Pallacanestro in Carrozzina – ndr) chiede giustamente tutta una serie di adempimenti. Abbiamo acquistato un macchinario per sanificare gli spogliatoi e le aree comuni ma si devono effettuare test molecolare a risposta immediata da 48 ore prima della prima partita e poi per tutta la durata del campionato con un costo stimato totale di 3.000 euro. Una spesa che non avevo preventivato.”
Quali sono le soluzioni presidente? Entro quanto tempo devono essere trovate?
“Le soluzioni ci sono, ma sono utopiche. O trovare subito questi soldi o trovare una struttura disposta a farci questi test in modo completamente gratuito. E questo deve avvenire prima del 15 gennaio, data di scadenza del pagamento delle tasse gara, 800 euro. Se dovessimo rinunciare dopo quella data perderemmo anche questi soldi.”
Ma per questa partecipazione al campionato c’è stata una raccolta fondi ad inizio 2020…
“Vero, ma la TDS non pratica solo il basket. C’è anche il nuoto, coi costi che dobbiamo sostenere per gli istruttori, aumentati dal fatto che quest’estate abbiamo dovuto far ospitare i nostri atleti in altre piscine per la chiusura prolungata di quelle livornesi. Oltre a questo abbiamo organizzato la nostra annuale manifestazione a San Vincenzo, il Sotto Gamba Game, che riunisce persone disabili da tutta Italia e ha avviato tanti di loro alla pratica sportiva, che è stata molto pesante per le nostre finanze, con sponsor che si sono ritirati all’ultimo momento o hanno rinunciato a partecipare. Uno stillicidio”.
Oltre alle raccolte fondi quali sono i vostri canali di finanziamento?
“Nient’altro. Persino in questo momento è attiva una raccolta fondi finalizzata a finanziare l’attività dell’associazione durante tutto l’anno, dove invitiamo tutti i nostri sostenitori a versare 5 euro al mese, che per molti è un’inezia ma che se lo facessero tutti basterebbero per farci andare avanti. Non esistono leggi nazionali o regionali. Non abbiamo ricevuto un soldo dal Comune negli ultimi 3 anni. Ma devo dire che proprio martedì 8 scorso il Sindaco Salvetti ha promesso in commissione comunale che sta esaminando la possibilità di dare un contributo a fronte delle nostre spese, come per esempio l’ultimo acquisto di due carrozzine da basket, per la somma di 4.600 euro. Da più parti ci dicono che è una persona sensibile a certe tematiche e io non vedo l’ora che lo dimostri coi fatti. Per noi è indispensabile non sentirci soli come ci sentiamo in questo momento. Anzi, non appena finiranno le restrizioni del Covid, inviteremo sindaco, assessori e tutti i consiglieri a sedersi in carrozzina e fare una partita con noi, per vivere la nostra realtà e capirla in profondità.”
Per capire la vostra realtà è necessario capire che mentre un ragazzo normodotato che vuole fare sport prende un pallone e può giocare, per voi occorrono strutture accessibili, mezzi costosi come le carrozzine sportive e protesi speciali, costi elevati e la necessità talvolta di un accompagnatore per spostarsi.
“Esatto. Solo capendo queste cose le istituzioni possono trovare lo stimolo per aiutare lo sport paralimpico al di là di qualsiasi colore politico o posizioni di maggioranza o minoranza. Ed è per questa cultura della disabilità che ‘lavoro’ dal 2014. La partecipazione al campionato di basket in carrozzina era un’occasione imperdibile per diffondere ulteriormente questa cultura e far avvicinare a noi simpatizzanti, tifosi e sponsor. Sono veramente dispiaciuto per quest’occasione che, salvo miracoli sembra inevitabile. Il futuro stesso della TDS è in pericolo, perché finché vivo non vorrò mai che un ragazzo disabile debba pagare quote o attrezzature per fare quello che per lui è un diritto: lo sport”.
Non resta che auguraci che questa soluzione, anche se remota, si possa trovare e che possiate avere l’aiuto di cui avete bisogno sia dai privati tramite il crowdfunding, sia dalle istituzioni con contributi mirati. Altrimenti continuerete a sentirvi soli.
“No, aspetta, c’è da dire io percepisco nettamente che tutto intorno a me c’è un sacco di gente che vorrebbe dare una mano e alcuni che riescono a farlo in grandi cose e in piccole. Devo ricordare la grande disponibilità di Massimo Faraoni della Don Bosco, con Marco Andromedi e gli altri collaboratori, costretti a farci mettere le carrozzine in un locale caldaia perché il Palamacchia è sprovvisto di locali idonei… Devo ricordare le parole di quella persona squisita che è Roberto Consigli, il presidente della Libertas: “Ricordati che non sarete mai soli”, che con tutti i suoi collaboratori ci sostiene materialmente. Giusto per dire solo l’ultima sua azione: il regalo di 8 palloni nuovi. Ma anche gli splendidi tifosi della Pielle che accorrono in massa quando c’è da raccogliere fondi…
Vero, voi qualche tempo fa faceste un’esibizione nell’intervallo delle partite di campionato sia con la Libertas che con la Pielle… Allora Urban Livorno lancia un’iniziativa per salvare il basket in carrozzina: non appena l’emergenza covid passerà, un bel derby Pielle-Libertas i cui introiti vadano interamente alla TDS. La dimostrazione che tutta una città ha bisogno dello sport per disabili, la dimostrazione che tutta una città deve essere riconoscente a chi come voi si sbatte 12 mesi all’anno per dare una possibilità di riscatto a tanti ragazzi e recuperarli per la società civile. Ci stai presidente?
“E’ il mio sogno nel cassetto Fabrizio, non hai fatto altro che esprimerlo a voce. Io voglio che la TDS sia l’espressione di una comunità intera. A partire dal sindaco per arrivare all’ultimo dei dimenticati della società, proprio per dimostrare che tutti, proprio tutti, hanno diritto ad un’opportunità nella vita”.